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  • Tutti artisti oggi... tecnici ne abbiamo?

    Oramai ne siamo certi. Il microfono (o le cuffie, la chitarra, le bacchete, etc...) è mooolto più leggero della sacca di cemento , della cazzuola o del secchio di vernice . Ma ora è anche più leggero degli altoparlanti, della struttura luci, dell'occhio di bue o del rack outboard. Tutto vero, ma il musicista, il cantante o il deejay di turno che deve esibirsi ha bisogno di arrivare alla location e trovare tutto già montato per il soundcheck piuttosto ch e per l'esibizione . Ma chi deve montarlo? Chi deve allestire? Chi deve scaricare i mezzi? Ma anche, chi ripone tutto sui bilici per lasciare il posto e magari recarci nella location di domani? Questo è un problema sempre più in auge di cui il nostro amico e collega Mike Megaro , deejay e CEO di Exclusive Events , ci ha parlato nella questione di seguito riportata. Buona lettura. Nel panorama dell’intrattenimento notturno, i riflettori sono spesso puntati sul glamour di dj, performer e location mozzafiato. Ma ovviamente, quella è solo la punta dell'iceberg di un sistema più complesso, dove magari il tempo e le risorse maggiori sono senza alcuna luce puntata e non hanno microfoni accesi per raccontare. Paradossalmente, anche se può risultare ovvio, soprattutto negli spettacoli one shoot ed itineranti, le ore relative alla parte tecnica del pre e post show, sono molte di più rispetto all'evento stesso. Così come le risorse umane impegnate in tali attività. Tuttavia, tale realtà meno scintillante ma altrettanto cruciale - per non dire fondamentale - è in egual misura importante per il successo di un evento: in soldoni, il lavoro manuale e tecnico di chi si occupa delle attrezzature audio e video è parte stessa dello show, anche se in modo passivo rispetto ad esso. Negli ultimi anni, sempre più imprenditori del settore si trovano però a dover fare i conti con una sempre più carente presenza di personale qualificato (e non) per queste mansioni essenziali. Mike Megaro dj in consolle Il problema non è nuovo, ma la pandemia e i successivi cambiamenti del mercato del lavoro lo hanno amplificato in modo esponenziale. Molti giovani, che un tempo accettavano lavori anche giornalieri, temporanei e notturni, oggi preferiscono occupazioni con orari più regolari o che richiedano meno sforzo fisico (non potete neppure immaginare quante volte ci siamo sentiti dire " io non ho problemi di orari, ma non voglio lavorare il sabato notte !"). Inoltre, il settore dell’intrattenimento sta soffrendo un nuovo paradosso: mentre si fa sempre più strada l’esigenza di attrezzature tecnologicamente più sofisticate, diminuisce il personale in grado di poterci metter mano (per non dire che abbia voglia di imparare a farlo!). La preparazione tecnica è un altro fattore critico . La logistica dei sistemi audio, luci, mixer e ledwall (quei veri e propri muri televisivi) non è solo una questione di sforzo fisico. Spesso serve un know-how basilare delle apparecchiature che eviti costosi danni ed infortuni prevedibili. Ma trovare manodopera con la minima esperienza è sempre più raro. Ed allo stesso tempo, formare nuove figure richiede tempi e risorse che molti imprenditori non possono permettersi attualmente. Questa carenza si traduce in ritardi nelle operazioni di logistica, ingaggi più elevati per le figure qualificate (sempre più introvabili, costose e talvolta eccessivamente senza scrupoli) e un aumento dello stress per i team organizzativi. In alcuni casi, la mancanza di manodopera può persino mettere a rischio l’intero evento , con ripercussioni sull’immagine della struttura e sul grado di apprezzamento del pubblico stesso, unico e vero indicatore dell'indice di gradimento che può fare o meno la fortuna di un sistema complesso, a prescindere dalla qualità dello stesso o dello spettacolo (ma questo è un altro discorso che meriterebbe un articolo a parte perché purtroppo è strettamente legato ai fenomeni che negli ultimi 10 anni i social stanno creando). In conclusione, la gestione del personale per lo stoccaggio, movimentazione e l’allestimento delle strutture multimediali - soprattutto quelle legate agli eventi itineranti - non è un dettaglio marginale ma tutt'altro, in pratica una delle componenti chiave del successo di ogni evento. Riconoscere e affrontare questo problema è fondamentale per garantire sostenibilità e qualità nel medio/lungo termine. La vera sfida di oggi, è trasformare un compito spesso sottovalutato o considerato marginale in un’opportunità per innovare e migliorare l’intero settore . Mike Megaro @ Casa Sanremo THE CLUB - Technical manager on air La soluzione per gli imprenditori della notte appare oggi quella di affrontare questa sfida con approcci innovativi . Una possibilità è investire in tecnologie che ne semplifichino il trasporto e l’installazione, come sistemi modulari e attrezzature più leggere. Un altro punto chiave potrebbe essere quello di creare partnership con scuole tecniche, enti di formazione o accademie musicali (successivamente alla legge Polverino/Berlusconi del 2005 in materia di comparazione dei titoli accademici ne sono nate tante anche se è ancora molto lontana questa materia dalle Università statali e non, salvo alcune eccezioni come l'Ateneo delle Marche) per attirare nuovi studenti ed appassionati del settore ed assegnare loro un percorso di studi specifico. Valorizzare al meglio questo tipo di lavoro, sia economicamente sia a livello di titolazioni su carta, potrebbe renderlo più appetibile alle nuove generazioni, anche perchè ad oggi sussiste ancora il falso mito della poca sostenibilità economica in quanto, per convenzione, si pensa che siano lavori in cui il salario sia modesto, cosa assolutamente non veritiera soprattutto a livello professionale (per non parlare poi delle figure tecniche specifiche , come fonico ed ingegneri del suono per esempio, che anche se lavoratori freelance , hanno compensi giornalieri che al lordo possono giungere anche a cifre a quattro zeri. La speranza in un futuro non troppo lontano è che, come in tante altri indirizzi, ci sia una più corretta comunicazione, una più efficace legiferazione specifica che aiuti anche la coretta veicolazione delle informazioni perchè purtroppo o per fortuna, successivamente alla pandemia del 2020/21, le attività di spettacoli e manifestazioni aumentano sempre di più ma di conseguenza non è solo la parte artistica a dover aumentare di numeri e livelli - oltre che quella tecnologica - ma anche il reparto più underground della macchina spettacolo deve crescere numericamente, ma al momento siamo ancora in controtendenza. Magari tu che in questo momento stai leggendo l'articolo e sei interessato a questa attività, colgo l'occasione per dirti che ovviamente siamo sempre in cerca di personale. Pertanto, qualunque sia il tuo sesso, sei della provincia di Salerno e dintorni, sei automunito e magari anche appassionato di informatica, musica, curioso e perchè no magari anche in cerca di un lavoro, potresti aver trovato ciò che fa per te, faccelo sapere. In che modo? Compila il form dedicato che trovi cliccando qui e scorrendo in fondo alla pagina oppure inviando una email direttamente all'indirizzo info@vincenzovolpe.com ed inserendo nome, cognome e contatto telefonico specificando perchè ci hai scritto e stai pur certo/a che ti contatteremo per un colloquio in tempi brevi, possibilmente presso i nostri studi oppure da remoto. Provaci, no!?! Magari cercavamo proprio te! Mike Megaro Dj e CEO di Exclusive Events Mike Megaro dj

  • Ma è davvero questa la fine che meritiamo?

    Quello che più mi importa, tanto non lo scriverò ora ma probabilmente ancora tra qualche tempo, è che noi professionisti del settore, dobbiamo veramente - ma DAVVERO - accontentarci di questi obbrobbri che ci sta fornendo la fantastica Alphatheta? Bah...

  • La nuova frontiera del DJ *by Age of Audio*

    Dagli inizi degli anni '90, a livello mondiale, è progressivamente esplosa un 'evoluzione tecnologica a tutti i livelli e in tutti i campi, principalmente a livello professionale e di ricerca, ma parallelamente anche nei beni d'utilizzo comune. Non c'è settore che non abbia giovato di questa evoluzione, in alcuni campi ha generato un proprio cambio generazionale, in altri un pallido tentativo di cambiare le nostre abitudini. Il settore elettronico, che non risente mai di uno stallo dell’evoluzione, che è sempre alla ricerca di fare di meglio in volumi sempre più ridotti, con interfacce sempre più semplici, interessa principalmente i prodotti target degli utilizzatori finali, della massa, di coloro che entrano in un centro commerciale già con l’obbiettivo di uscirne con qualche gingillo elettronico nuovo. A volte capita, che anche nei mercati più di nicchia, ci siano dei cambiamenti che nel tempo portano a vere e proprie rivoluzioni nel metodo e nel risultato. Uno di questi settori è sicuramente il mondo del fare musica quindi non parleremo di quell’immenso business del mondo hi-fi e dei supporti ad esso connessi, ma bensì del settore che permette di sfruttare al massimo gli impianti hi-fi, il settore dei nuovi artisti, dei Re della notte , i DJ . Da quando le discoteche sono diventate i locali del divertimento notturno per antonomasia, è nata una nuova figura che potremmo considerare il fautore di questo divertimento, il creatore e il compositore, il leader della serata, l’arbitro e il giudice. Il DJ è colui che per mezzo di apposite attrezzature compone in tempo reale melodie dal ritmo prettamente sostenuto, facilmente ballabile e che invoglia l’ascoltatore a seguirne il ritmo con il corpo, ad assecondarne il suono armonizzando il corpo alla musica. Inizialmente questa alchimia di suoni veniva creata dal DJ per mezzo di due giradischi in vinile , non del tipo classico da salotto, ma dotati di particolari modifiche tecniche che gli permettessero di poter gestire con più precisione la riproduzione del disco.I due piatti erano collegati ad un’unità centrale, chiamata mixer , che permetteva tramite precise regolazioni del volume, della sincronia e di altri parametri, di fondere insieme , per brevi periodi, le singole tracce riprodotte da ciascuno dei due piatti. Questo processo è normalmente chiamato “mix” cioè la possibilità di associare tra loro due tracce musicali diverse, per trarne una sola traccia ben suonante, sincronizzata e che di fatto annulli l’interruzione tra la riproduzione della traccia precedente a quella successiva. Nel caso del DJ, in funzione della sua effettiva esperienza e capacità, il mix poteva essere fortemente personalizzato e farcito su misura con effetti free style di ogni genere, creando sul momento una traccia inedita, una composizione artistica originale e unica. Per molti anni tutti i DJ del mondo hanno suonato e “fatto serate” con gli apparecchi appena descritti, poi con l’evoluzione dei supporti audio e della tecnologia del settore, è arrivato il primo tentativo di evolvere le cose, di trovare nuove vie per il perseguimento dello stesso obiettivo, con lo scopo di “facilitare” il lavoro. Il cambiamento principale è stata la sostituzione del supporto e quindi il sistema di lettura, per la prima volta si provava a non suonare vinili con giradischi ma CD con lettori professionali dedicati che emulassero i pro dei giradischi e ne eliminassero i contro. Mentre quella appena descritta si può definire un evoluzione genuina e fisiologica , quella che sta avvenendo in questi ultimi anni potrebbe essere considerata nel lungo periodo dannosa e controproducente.E’ successo che la musica liquida ha invaso anche il settore dei DJ, le tracce sono reperibili su file, il mixer è fisicamente scomparso , lasciando spazio ad un portatile con installato i programmi idonei ad emulare mixer e affini, il software è sempre più ricco di feature in grado di sostituirsi all’esperienza della persona. Questo nuovo modo di suonare, potrebbe essere considerato comodo e piacevole per i veterani, perché ha sicuramente i nnumerevoli vantaggi e soprattutto comodità, ma è da considerarsi un’arma a doppio taglio, con un portatile, il software giusto e un centinaio di tracce mp3, si crea un terreno fertile per il proliferarsi del DJ della domenica cioè colui che grazie alla tecnologia che sopperisce alle proprie mancanze, tenta di suonare come i veri DJ, ignorando però i pilastri portanti indotti dall’esperienza, perdendo così il carattere e il tocco di genio che contraddistingue ogni famoso DJ old style . Alla prossima. Daniela Di Pietro (articolo pubblicato sulla rivista AGE OF AUDIO. Clicca qui per il link ufficiale )

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